
Sei un Content Creator e ti stai chiedendo se devi aprire una Partita IVA per Content Creators e Influencer per gestire correttamente le tue entrate? La fiscalità e la previdenza per chi lavora online possono essere complesse e, senza le giuste informazioni, il rischio di sanzioni o errori fiscali è alto.
Capire quando e come aprire una Partita IVA per Content Creators è essenziale per evitare problemi con il Fisco e ottimizzare la gestione dei tuoi guadagni. In questa guida, ti spiego tutto ciò che devi sapere per lavorare in regola, senza sorprese.
Oggi, essere un Content Creator significa molto più che creare contenuti: significa anche gestire un’attività professionale rispettando le normative fiscali e previdenziali. Se vuoi evitare errori e strutturare il tuo business nel modo corretto, continua a leggere.
I Creators hanno bisogno di avere la partita iva a determinate condizioni.
Ti darò anche un elenco esaustivo delle attività economiche che rientrano nella categoria dei Content Creators e Influencer!
Quando aprire Partita Iva per Content Creator
Se l’attività di creazione di contenuti viene svolta in modo sporadico e senza continuità, i redditi generati rientrano tra quelli derivanti da prestazioni di lavoro autonomo occasionale. In tal caso:
- Non è obbligatoria l’apertura di una Partita IVA per Content Creators, ma se l’attività inizia a generare compensi significativi e ricorrenti, potrebbe essere necessario rivalutare l’inquadramento.
- I compensi ricevuti vanno dichiarati come redditi diversi (art. 67, comma 1, lett. l) del TUIR).
- Se i compensi superano i 5.000 euro annui, sorge l’obbligo contributivo alla Gestione Separata INPS.
💡 Esempio: Se un creator pubblica occasionalmente recensioni sponsorizzate su Instagram e riceve un compenso di 3.000 euro una tantum, non è tenuto ad aprire una partita IVA. Tuttavia, se inizia a collaborare con più brand in modo continuativo, sarà necessario valutare un passaggio alla Partita IVA per Content Creators.
Lavoro autonomo abituale (Partita IVA per Content Creators)
Quando l’attività diventa abituale e continuativa, è obbligatorio aprire una partita IVA per Content Creators e inquadrare fiscalmente i compensi secondo il regime fiscale per gli Influencer più adatto:
- Regime forfettario (se i ricavi non superano gli 85.000 euro annui):
- Imposta sostitutiva del 15% (5% per i primi 5 anni se si rispettano le condizioni).
- Contributi INPS calcolati sulla base del codice ATECO scelto. Dal 2025 è stato introdotto l’ATECO 73.11.23 specifico per gli Influencer.
- Regime ordinario:
- Tassazione progressiva IRPEF.
- Obbligo di fatturazione elettronica.
- Detrazione delle spese inerenti all’attività.
💡 Esempio: Un YouTuber che guadagna mensilmente da AdSense, sponsorizzazioni e affiliazioni, superando i 5.000 euro annui, deve aprire una partita IVA per Content Creators. Se il suo fatturato resta sotto gli 85.000 euro, può beneficiare del regime forfettario con tassazione agevolata.
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Quali attività rientrano nella partita IVA per Content Creators e Influencer?
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Ecco un elenco dettagliato delle attività che rientrano nella categoria di content creator e influencer, suddivise per tipologia di piattaforma e modalità di monetizzazione:
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Content Creator su Piattaforme Digitali
- YouTuber → Creazione e monetizzazione di video tramite AdSense, sponsorizzazioni e affiliazioni.
- Streamer (Twitch, Kick, YouTube Live, Facebook Gaming) → Entrate da donazioni, abbonamenti e pubblicità.
- Podcaster → Produzione di contenuti audio con guadagni da sponsorship, crowdfunding o pubblicità.
- Blogger → Creazione di contenuti testuali su siti web con monetizzazione tramite Google AdSense, affiliazioni e guest post.
- Videomaker e film maker indipendenti → Creazione e vendita di contenuti audiovisivi, documentari e filmati promozionali.
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Influencer e Personal Brand
- Influencer su Instagram, TikTok, Facebook, LinkedIn, X (Twitter) → Guadagni da post sponsorizzati, collaborazioni con brand e affiliazioni.
- Fashion & Beauty Blogger → Creazione di contenuti su moda, skincare e makeup con partnership aziendali.
- Food Blogger & Chef Digitali → Condivisione di ricette, collaborazioni con marchi di cucina e recensioni di ristoranti.
- Travel Blogger & Digital Nomads → Recensioni di hotel, affiliazioni con piattaforme di prenotazione viaggi.
- Fitness Influencer & Personal Trainer Digitali → Vendita di corsi online, programmi di allenamento e coaching personalizzato.
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Creatori di Contenuti Educativi e Formativi
- Coach & Mentor Online → Creazione e vendita di corsi digitali su business, crescita personale e life coaching.
- Docenti di e-learning & Formatori Digitali → Vendita di corsi su piattaforme come Udemy, Teachable, Skillshare.
- Educatori di nicchia (lingue, musica, finanza, marketing, ecc.) → Monetizzazione tramite abbonamenti a contenuti esclusivi e consulenze private.
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Artisti Digitali e Creatori di Contenuti Visivi
- Graphic Designer & Motion Designer → Vendita di loghi, grafiche e animazioni per aziende e privati.
- Illustratori e fumettisti digitali → Creazione e vendita di illustrazioni personalizzate, NFT o commissioni artistiche.
- Fotografi e videomaker professionisti → Vendita di foto su stock library (Adobe Stock, Shutterstock) o servizi fotografici personalizzati.
- 3D Artist e Creatori di Contenuti VR/AR → Sviluppo di modelli 3D e mondi virtuali per il gaming e il metaverso.
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Creatori di Contenuti Tecnologici e Gaming
- Game Streamer & Pro Player → Entrate da competizioni, sponsorizzazioni e donazioni della community.
- Tech Reviewer & Unboxer → Recensioni di prodotti tecnologici con affiliazioni Amazon e sponsorizzazioni di brand tech.
- Sviluppatori di App & Software → Creazione di prodotti digitali venduti online, su App Store o Google Play.
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Creatori di Contenuti per OnlyFans e Piattaforme Esclusive
- Modelli e Performer digitali → Creazione di contenuti premium su piattaforme con abbonamento.
- Educatori su piattaforme private → Formazione in ambiti di nicchia con contenuti esclusivi per utenti paganti.
Questi professionisti possono rientrare nell’obbligo di apertura di una partita IVA per content creators, in base alla continuità e all’organizzazione della loro attività.
Se vuoi sapere quale sia l’inquadramento fiscale più adatto alla tua attività richiedi la tua consulenza fiscale personalizzata.
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Partita Iva e Inps del Content Creator
La circolare INPS n. 44/2025 stabilisce che i Content Creators possono rientrare in tre differenti gestioni previdenziali a seconda della tipologia di attività svolta.
1. Gestione Commercianti
Se l’attività presenta una prevalenza di mezzi di produzione rispetto alla componente intellettuale (ad esempio, gestione di siti web con banner pubblicitari, vendita di corsi o merchandising online), il content creator deve iscriversi alla Gestione Commercianti INPS.
2. Gestione Separata INPS
Se l’attività è svolta in modo autonomo, senza vincoli di subordinazione e con prevalenza della componente intellettuale e personale (es. creazione di contenuti per YouTube, Twitch o social media senza finalità pubblicitarie dirette), il creator deve iscriversi alla Gestione Separata INPS (art. 2, comma 26, L. 335/95).
3. Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo (FPLS)
Se il Content Creator realizza contenuti a scopo pubblicitario o promozionale ed esercita un’attività artistica assimilabile a quella di attori, registi, sceneggiatori, fotomodelli o altre figure professionali previste dal D.Lgs. CPS 708/47, deve iscriversi al Fondo Pensioni per i Lavoratori dello Spettacolo (FPLS). In questo caso, il versamento dei contributi è a carico del committente (brand o agenzia).
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Conclusione
Comprendere il corretto inquadramento fiscale e previdenziale è essenziale per ogni content creator che monetizza la propria attività online. La scelta tra attività occasionale o continuativa incide direttamente sugli obblighi fiscali e previdenziali, e sapere se è necessaria una Partita IVA per Content Creators è fondamentale per evitare errori e sanzioni.
Se l’attività è svolta in modo saltuario e senza carattere di continuità, i redditi generati rientrano nei “redditi diversi”, senza obbligo immediato di partita IVA. Tuttavia, nel momento in cui la creazione di contenuti diventa abituale e strutturata, è necessario aprire una partita IVA per Content Creators e iscriversi all’INPS per adempiere agli obblighi previdenziali.
A seconda della tipologia di attività, i contributi possono essere versati alla Gestione Separata, alla Gestione Commercianti o al Fondo Lavoratori dello Spettacolo. Un inquadramento errato può comportare sanzioni e problemi fiscali, per questo è sempre consigliabile rivolgersi a un esperto in fiscalità internazionale e business online.
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